D’un cuore di radica vo cantando
Le lodi e, perché no, li suoi difetti.
M’è più lieto lo far se sto fumando:
veder brillar d’oro e bruni pezzetti
nella fedele pipa amica mia!
Non serve ch’ella a rimar si diletti
per far dimenticar malinconia;
basta ch’al dolce fumar m’abbandoni,
tabacco, pigin, fuoco, e cosi sia!
Magico è poi udir nel mentre i suoni
della natura, vederne bellezza
continuando a gustar li cari toni
di tabacco, di dolce sua durezza
d’aromi. La pace che ne deriva
solo sa, chi ‘l lento fumare apprezza.
Non com’ei che la tirata furtiva
de l’aspra sigaretta preferisce;
anche se certo, è meno impegnativa!
Quando poi l’amor di bionde finisce
e il lesto fumator si fa castano,
della pipa il caratter lo stupisce -e
se non s’affretta a farcisi la mano,
furia di bollente vapor, tremenda
gli cuoce la lingua. E non va lontano
finché non impara come s’accenda
e si sbuffi. Stesso è per il toscano
che però, signori, è altra faccenda!
S.E.M.
1 commento:
E bravo il Nimzo, complimenti!!!
Grazie per questi due poemetti sagaci, ci volevano proprio per ravvivare un po' il blog :)
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